La maggior parte delle opere raccolte nel fondo Pasini-Salasco appartennero a Lodovico Pasini (1804-1870). Del fratello Valetino (1806-1864) sono sicuramente alcuni volumi miscellanei rilegati in modo difforme dagli altri, nonchè moltissimi opuscoli sciolti. Chi ereditò la biblioteca alla morte di Lodovico fu il nipote Eleonoro, figlio di Valentino. Ma poco aggiunse alle raccolte: si spingono al di là del 1870 alcuni Codici del Regno d'Italia e poche altre cose. Le raccolte furono trasferite, dopo la morte di Lodovico, nella Villa Pasini di Arcugnano, che passò in eredità ad Eleonoro e, alla morte di questi nel 1912, alla figlia Valentina, che aveva sposato il Conte Canera di Salasco, di famiglia piemontese, ufficiale presso la guarnigione di Vicenza. Il figlio di Valentina, Giuseppe Canera di Salasco, donò poi la biblioteca dei Pasini alla Civica di Schio nel 1975.

Il fondo Pasini-Salasco (oltre 10.000 pezzi tra volumi, opuscoli e periodici) si presenta come una raccolta omogenea a se stante: i materiali sono stati ordinati e catalogati nel corso degli anni '80 ed è ancora in corso il recupero delle schede cartacee in formato elettronico e il loro aggiornamento alle norme catalografiche attuali.

La prima netta divisione che si avverte, all'interno di esso, è quella tra volumi e opuscoli, in quanto Lodovico stesso aveva provveduto a rilegare questi ultimi in apposite custodie e a numerarli. Ed è proprio tra gli opuscoli che si notano le lacune più vistose: quello che stupisce è la mancanza di opuscoli di carattere geologico e mineralogico, visto che l'interesse scientifico di Lodovico Pasini era essenzialmente rivolto a queste discipline.

Gli opuscoli rilegati sono divisi per materia e cioè: fisica e matematica, filosofia e scienze morali, botanica e scienze naturali, economia politica, bibliografia e cataloghi di libri, miscellanea di prose, miscellanea di poesie, strade ferrate, regolamenti-programmi-rapporti, agraria e tecnologia, documenti storici. Questi ultimi sono i più interessanti in quanto riguardano le vicende del Risorgimento nel Veneto. Ma l'orizzonte si allarga attraverso la documentazione francese ed inglese sui riflessi internazionali delle vicende italiane, come pure le memorie che pubblicarano patrioti ed esuli italiani ta cui il Pepe, Manin, Tommaseo, che offrono testimonianze sugli avvenimenti che li ebbero protagonisti: le rivolte a Venezia e nel Veneto del 1848/49. A queste parteciparano anche i fratelli Pasini, in posizione di primo piano: Lodovico come Presidente dell'Assemblea del Governo provvisorio di Venezia, Valentino come "ministro degli esteri" di quest'ultimo.

I volumi, a causa della mancanza di spazio che affliggeva la Biblioteca, sono stati raggruppati per altezza anche se sarebbe stato più conforme allo spirito di Lodovico una collocazione per materia.  La maggioranza dei documenti è di provenienza ottocentesca, una buona percentuale appartiene alla seconda metà del Settecento, ma nel fondo sono presenti anche 29 Cinquecentine e circa 40 Seicentine.

Dopo questo sguardo molto generale sulle opere, si rimane colpiti dal gran numero di periodici, rilegati e non, che costituiscono anch'essi una parte importante della biblioteca. Salvo alcuni del '700 e dei primi dell'800, gli altri coincidono con gli anni della maturità di Lodovico: in particolare si possono dividere i periodici del 1848-1849, numerosissimi ma dalla durata limitata, dagli altri che Lodovico conservò e rilegò per il Gabinetto di lettura che aprì a Schio nel 1829. Questi riflettono gli interessi culturali di Lodovico e della piccola cerchia che frequentava il Gabinetto (il secondo del Veneto), interessi compositi a giudicare dagli argomenti, che vanno dall'astronomia, alle scienze naturali, alla geologia, alla letteratura, alla politica, all'informazione, all'agricoltura, al diritto, alle finanze.

La biblioteca dei fratelli Pasini è significativa perchè, oltre a riflettere gli interessi dei possessori, costituì una palestra di studi su cui si formò la borghesia industriale scledense, in particolar modo Alessandro Rossi.

Testi di Franco Bernardi

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